2.5.06

Piano 17

Negli uffici della direzione generale di una grande banca, Mancini (Giampaolo Morelli), per saldare il debito con una direttrice di banca con le mani poko pulite, deve posizionare una bomba per distruggere così alcuni importanti documenti molto scomodi per lei. Camuffato da uomo delle pulizie e con la bomba collegata a un timer, Mancini, però, rimane bloccato in ascensore insieme a due ignari impiegati, che stanno per tornare a casa dopo il lavoro. Una è Violetta (Elisabetta Rocchetti) che si fa sbattere dal capo per fare carriera velocemente, mentre l'altro è Meroni (Giuseppe Soleri), uno sfigato topino da ufficio, che spera in un contratto a tempo indeterminato e per questo soffre di servilismo acuto col capo. Intanto all'esterno dell'edificio, Pittana (Enrico Silvestrin) e Borgia (Antonino Iuorio), due suoi complici, dovrebbero tenere sotto controllo la situazione ma, in una corsa contro il tempo, Mancini comincia a rendersi conto che forse non lo stanno aiutando come dovrebbero...
Devo dire che non sono un appassionato di cinema italiano e che ho guardato questo film solo perkè ne ho letto bene in una rece e perkè mi sembrava un po' diverso dal classico film mielenso tipico del cinema nostrano. Devo dire che alla fine sono rimasto soddisfatto di quello che ho visto. Certo, è evidente che i mezzi a disposizione della produzione non fossero poi molti, ma nonostante questo il risultato è più che apprezzabile. Bravi gli attori, sopratutto Giampaolo Morelli che non conoscevo affatto, bella la sceneggiatura, anche se ha un vistoso calo nel finale, buoni i dialoghi. Mi è sembrata buona anke la prova dei registi (i Manetti Bros.) che non hanno lasciato niente al caso e trattato tutti gli aspetti del film con professionalità.
Mi auguro che le case di produzione più importanti comincino a dare un po' di fiducia a gente così, in questo modo magari il cinema italiano riuscirà ad uscire da quel circolo vizioso di film comico-sentimentali, in cui sembra sempre più rinchiuso.
Il pollice mezzo tutto sommato è meritato.

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